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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Dark Optimism

Il problema del cambiamento non è tanto un problema in sé, bensì quanto questo comporta da un punto di vista sociale. Non di rado cambiare i propri paradigmi e stili di vita significa inserirsi in un altro contesto relazionale che porta ad allontanarci da quello passato; certo, a meno che il cambiamento non è traghettato dal gruppo di riferimento. Questo è l’ostacolo più grande al mutamento, tanto più grande nella misura in cui abbiamo da perdere le relazioni, la reputazione, ciò che eravamo per gli altri. Questo ha molto a che fare con la predisposizione al mutamento delle società, infatti non si affermano certe logiche perché il contesto culturale di riferimento è in gran parte legato a certe ideologie e decostruirle vuol dire marginalizzarsi ed essere visti come “estremisti”.  Purtroppo il nostro destino è nell’imitazione poiché pensiamo che nell’imitazione della maggioranza risieda il buon senso, quando in realtà è esattamente l’opposto: occorre portare la maggioranza al buonse

Immenso "effetto rebound"

L’effetto rebaund compare spesso nelle ricerche sull’efficentamento energetico e in alcuni casi negli studi in ambito economico. Si possono offrire molti esempi di tale effetto: Un classico caso di studio è quello di un’automobile più efficiente. Lì dove ogni chilometro percorso diventa più conveniente, si verificherà un aumento della velocità di guida o anche dei chilometri percorsi, fino a quando le esternalità positive rese dall’efficienza non vengono azzerate se non addirittura arrivano a peggiorare la situazione. La stessa cosa può accadere con le lampadine a basso consumo energetico piuttosto che con un nuovo condizionatore. Dove la percezione di consumare meno e l’abbassamento unitario del costo ne aumentano la domanda, incrementando i consumi a livello aggregato.   Nonostante l’intenzione positiva ed economica del car pooling, la sua pratica può rendere più vantaggioso intraprendere dei viaggi che prima non si sarebbero fatti, magari anche a svantaggio dei trasporti pub

Factfulness

Questo è il titolo del libro di Hans Rosling, medico, accademico e statistico svedese che si è battuto da un punto di vista mediatico per darci un’immagine del mondo contemporaneo migliore rispetto a quello a cui tutti pensiamo. Il ragionamento chiaro che sta dietro a quel termine è la “pienezza dei fatti”, basta attenersi alla realtà e constatare che: l’aspettativa di vita è aumentata, la crescita demografica stabilizzata, il gap delle pari opportunità uomini/donne ridotto, riduzione della povertà estrema etc. Insomma, di cosa ci lamentiamo? Quali scenari catastrofisti dovremmo abbracciare se guardiamo attentamente i fatti? Un messaggio incoraggiante che va in controtendenza rispetto a una crescente letteratura pessimista capace di vedere solo le minacce future ma non i passi in avanti fatti. Tuttavia occorre fare almeno due osservazioni: a) Il fatto che vediamo le cose peggio di quelle che sono è proprio perché lo sviluppo e il progresso di cui parla Factfulness “ci ha abi

Quale innovazione?

Seguendo il presupposto evoluzionistico/darwiniano e del laissez-faire smithiano, emulare la natura alle sue leggi competitive è un bene in sé, che crea efficienza, sviluppo, innovazione, rafforzando tutto il sistema. Questo dogma è alla base del liberismo capitalista e non è possibile uscirne se non lo si affronta. È potente poiché fa diretto riferimento alla natura delle cose, vestendosi così di incontestabilità. Dietro la natura vi è una competizione latente, una sorta di “selezione naturale”, a cui si deve letteralmente “lasciare fare” affinché ci faccia evolvere, ovvero progredire. Abbiamo già evidenziato come tutto il fraintendimento risiede nella sovrapposizione del concetto di evoluzione e progresso, dimenticando le qualità necessarie all’adattamento. Per comprendere il passaggio in profondità occorre, anche qui, scendere alla radice del sangue che porta ossigeno al capitalismo, ovvero la moneta. Come nota Bernard Lietaer, economista teorico delle monete complementari, la so

L'ingenuità al potere

Sono le domande ingenue a mettere in difficoltà qualsiasi ideologia, poiché costringono a un ripensamento dei fondamentali. Ad esempio, ciò accade in domande come: perché l’economia deve sempre crescere? Oppure: come mai nessuno ha visto arrivare la crisi economica? Se poi domande del genere, come quest’ultima, le fa la Regina d’Inghilterra nel 2008 a una platea di economisti abbiamo fatto bingo, perché l’indicibile (ovvero scoprire il vaso di pandora dei fondamentali) occorre che sia detto. Occorre cioè che domande apparentemente banali, perché aldilà del “sistema”, vengano prese seriamente in discussione. Abbiamo bisogno di questa ingenuità, che altro non è se non un differente modo di vedere le cose. Un bisogno tanto più urgente nella misura in cui non si pongono più domande “da un altro punto di vista” ma sempre dall’interno di certi paradigmi. Insomma, meno c’è ingenuità poiché c’è il sapere di una certa tecnica, più occorre essere vigilanti. Dunque, dopo quella domanda imba