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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

L'età degli ossimori

Vivere nell’età degli ossimori vuol dire credere che la contraddizione si risolva in un progresso, in una hegeliana sintesi che emerge dal confronto tra tesi vs antitesi. Questa è una concezione lineare tipicamente occidentale, vissuta da un certo teleologismo biblico, in cui si vede la storia come un processo orientato a un fine, che sia la provvidenza o poi la razionalità. Si pensi a Helgel: “ciò che è reale è razionale e ciò che è razionale è reale”. All’opposto, le concezioni del mondo orientali sono permeate da una certa ciclicità ricorrente, basti pensare al concetto di Saṃsāra e al ciclo di rinascite a cui sottintende la dottrina della reincarnazione. Sotto il punto di vista occidentale le competizioni, le frizioni che queste presentano anche da un punto di vista meramente darwiniano, sono delle inevitabili necessità verso uno stato migliore del mondo. Così, pensiamo sia possibile coesistere in dei fenomeni contraddittori, pensando che tale opposizione sia (anche in termin

Il paradosso del potere

Questo è il titolo del libro dello psicologo sociale Dacher Keltner. Una ricerca che offre supporto al senso comune quando afferma: “il potere monta la testa”. Una sorta di droga che ci rende più impulsivi e meno capaci di comprendere gli altri. Il paradosso risiede nel fatto che, nell’esercizio del potere, sono proprio le qualità che ci hanno portato ad averlo, ovvero la capacità di essere empatici e disponibili verso l’altro, ad essere minacciate. Un paradosso che ben si esprime nella democrazia rappresentativa, in cui nella fase persuasiva (elettorale e di consolidamento del consenso) il potere si mostra a completo servizio del bene pubblico, mentre nella fase esecutiva si mostra ben più pragmatico e spietato. L’aspetto interessante della ricerca di Keltner è non solo la preoccupazione morale sul singolo individuo, per cui banalmente il potere ci cambia rendendoci mediamente persone peggiori, quanto il fatto che, proprio perché peggioriamo influenziamo in malo modo anche il futur

Per una visione d’insieme

Nonostante diversi sociologi ( Karl Polanyi  e  Mark Granovetter ) abbiano parlato di “embeddedness” riferendosi alla sfera economica nella società, oggi all’opposto si ha la sensazione che l’economia abbia annientato quest’ultima. È questo presupposto, che ci impedisce di avere una visione d’insieme chiara. Un presupposto che antepone la tecnica al fatto di avere una visione necessaria che possa indirizzarla. Ne abbiamo la prova quando, di fronte alle crisi ecologiche che viviamo rispondiamo con degli ossimori come “sviluppo sostenibile”. Non avendo una visione ma solo approcci tecnici (meglio, essendo la nostra visione solo di natura tecnica) non riusciamo a rimettere in questione la nozione di sviluppo. In questo modo pensiamo sia sufficiente migliorare le soluzioni tecnologiche; ci affidiamo alla fede che quello che oggi è un problema domani non lo sarà più. La verità è che le sfide in questione richiedono di ricordarci dell’inevitabile “embeddedness” dell’economia nell’umano